Patti Smith

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Per qualcuno è la Sacerdotessa Maudit, per altri una pietra della storia del Rock, sta di fatto che a sessantasei anni suonati, Patti Smith riesce sempre ad emozionare il suo pubblico.
Dei sette concerti dell’artista americana in Italia, uno è allo Sferisterio di Macerata proprio nel giorno del compleanno di mia moglie Stefania.

Prendo i biglietti all’ultimo momento, ma riesco a trovare due ottime poltronissime in seconda fila, ideali per le foto.  La notizia triste arriva pochi minuti prima dell’inizio del concerto, quando un’elegante signora presentando la serata annuncia che è severamente proibito fare fotografie.
Mi godo così questo incontro con la storia della musica con la fedele Canon a riposo nel marsupio…

Col supporto di Larry Kaye, ascoltiamo il gruppo cantare “Gloria” dei Them, “Dancing Barefoot” e – dopo gli ululati di “Banga” – si passa a recitare una poesia; riesce ad intonare anche un pezzo di Verdi prima della mitica “Because the Night” in un crescendo di emozioni.
La sicurezza vigila in maniera martellante, addirittura facendo smettere di far foto anche chi usa i telefoni cellulari.
Poi però, sulle note di “People have the power” il pubblico è incontenibile… allora, pensando ai sessanta euro a cranio sganciati per la serata, sfodero la Mark III e qualche scatto riesco a portarlo a casa ugualmente.

E così, in onore dei mitici Who che distruggevano gli strumenti, a fine concerto Patricia Lee Smith spezza le corde della chitarra elettrica mandando in estasi il pubblico. Forse è proprio vero – come la cantante sostiene – che la musica è riconciliazione con Dio.
A me resta il ricordo di un ottimo concerto ed il piacere di condividere con Robert Mapplethorpe la possibilità di averla fotografata!

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